François Hartog, nella sua Chambre de veille (Flammarion, 2013), ci ha lasciato una potente metafora del mestiere dello storico. Il guardiano si trova nella sua piccola stanza senza finestre, non possiede una visione diretta né del mare circostante tantomeno delle navi che lo solcano. Solitario, con la sola compagnia del suo registro diario, tra le sue carte e i suoi libri, assomiglia a Montaigne nella sua torre-biblioteca. La sua funzione è di mantenere accesa una luce che possa illuminare altri. Lui non vede, però permette di vedere.
Lo storico, come il guardiano del faro, non ha una visione diretta del “passato”. Lo storico non vede che non vede, ma il buon storico potrebbe saperlo. Inoltre, come il guardiano del faro, riconosce che ogni osservazione dipende dall’osservatore, che quello che il “senso comune” denomina “mondo oggettivo”, invariabile per ogni descrizione (che voglia essere “corretta”) è un’altro punto di vista spesso polemogeno e violento. Circondato dagli immensi flutti, come quelli che avvolgono il faro della Jument, impara che ogni descrizione include l’osservatore, che “mondo” vuol dire mondo interpretato da qualcuno per qualcuno. In definitiva, che la domanda più accattivante (l’unica?) è non tanto che conosci ma come lo conosci.
Anche l’archivio potrebbe condividere alcune qualità con la chambre de veille. Non vediamo gli uomini di ieri, che potrebbero essere le navi alla distanza, né navighiamo nello stesso loro mare che significherebbe il loro mondo. Poco o niente ci accomuna con gli autori che popolano i nostri scaffali. Ci spinge la responsabilità di mantenere accesa la luce del faro. A settembre ricominciamo.

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Buongiorno.
Mi iscrissi al Vostro Blog quando lessi un post sulla smania di digitalizzazioni fini a se stesse, cui plaudii silenziosamente.
Oggi invece voglio dirVi che da allora leggo sempre i Vostri post e Vi ringrazio: sono sempre spunti illuminanti di riflessione e, in particolare per me che lavoro in una Biblioteca che deve rispondere a una logica del “just in case, just in time”, suggestioni per librare alto il pensiero.
Buon lavoro
Laura Tei
dott.ssa Laura Tei
Responsabile Biblioteca San Raffaele
Via Olgettina, 58
20132 Milano
++ 39 0226432775
tei.laura@hsr.it
Grazie a Lei, per la sua fedeltà e per la sua attenta lettura.
Bellissima entrata nella nuova stagione col Rembrandt ! Grazie !
Il mestiere con la forza della metafora, grazie!
Merci pour cette évocation de La chambre de veille que m’a signalée Pierre-Antoine Fabre !
Spero que tutto va bene.
François Hartog
Cher François, honoré et heureux de savoir que vous avez lu mon petit écrit. Ce serait une joie, lors d’une prochaine visite à Rome, de vous montrer les archives de l’Université Grégorienne, ma chambre de veille. Un abrazo. Martin