La Metafisica concreta


Dopo gli incontri con Carlo Ginzburg, Sabino Cassese e Luisa Ciammitti, le “Officine” dell’Archivio Storico della Gregoriana ospiteranno Massimo Cacciari per parlare del suo ultimo libro e per intavolare un dialogo – nello spirito delle precedenti iniziative – che metta a confronto la voce di un grande interprete contemporaneo con quelle del passato, grazie a fondi archivistici inediti. La seconda parte della giornata sarà infatti dedicata al Fondo Wetter e alla presentazione della corrispondenza tra P. Gustav Wetter SJ (1911-1991), futuro direttore del Pontificio Collegium Russicum, con il filosofo russo Lev Karsavin (1882-1952), pensatore vicino a Pavel Aleksandrovič Florenskij  e al tempo stesso originalissimo; riscoperto, in Russia, solo dopo la fine dell’Unione Sovietica. Vedremo che al centro di questo fitto scambio di lettere, ancora inedito in Italia, è lo stesso problema che occupa le ultime riflessioni di Cacciari: la realtà concreta della metafisica. 

Massimo Cacciari intitola il suo ultimo libro “Metafisica concreta”, in omaggio a Pavel Florenskij che avrebbe voluto chiamare così la sua opera definitiva, mai portata a termine. L’ossimoro è solo apparente: prendendo le mosse da una serrata esegesi di Giovanni 4, 22: “noi adoriamo ciò che sappiamo”, Cacciari mette in discussione un paradigma filosofico che liquida la metafisica come scienza dell’al di là; questa incomprensione – al centro di grandi interpretazioni filosofiche, da Nietzsche a Heidegger – avrebbe trascurato il nesso essenziale che unisce riflessione filosofica e speculazione teologica all’esame di una realtà spirituale concretamente presente, visibile. 

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