Focus on: The Leiber Fund
The Leiber Fund
Church and religion orientate their legal relationship with the state from the task they perform within society […] (R. Leiber)
Robert Leiber SJ was advisor to Eugenio Pacelli while he was Nuncio in Munich and in Berlin. He continued advising Pacelli, who was then Cardinal Secretary of State. After Pacelli was elected to the papacy as Pope Pius XII, Leiber helped and advised him until the Pope’s death.
A quattro anni dalla fine della guerra, la Germania occidentale non è ancora certa dei propri confini: le potenze occupanti hanno formalmente ceduto la propria sovranità alla Repubblica Federale nel maggio del 1949 (lo stesso farà, poco dopo, l’Unione Sovietica con la Repubblica Democratica), ma i francesi non intendono rinunciare al protettorato del Saarland. Konrad Adenauer teme il colpo di mano. Una dichiarazione di indipendenza da parte della regione equivarrebbe, nei fatti, a un’annessione alla Francia.
Dicembre 1949: un gruppo di fedeli prende d’assalto la casa del parroco di Treviri. La polizia interviene, disperdendo la folla. L’8 dicembre precedente era stato deciso lo spostamento dell’abbazia benedettina di Treviri (Renania-Palatinato) a Tholey (Saarland). Il 26 dicembre il ministro della giustizia e del culto della Renania-Palatinato, Adolf Süsterhenn, scrive a Robert Leiber:
“Sembra che l’abbazia benedettina di San Mattia, da oltre 800 anni a Treviri, che conserva nelle sua chiesa le tombe dell’Apostolo Mattia e di Sant’Eucario, il primo vescovo di Treviri la cui presenza sia accertata storicamente, sarà trasferita, per decisione della Congregazione di Beuron e per una delega presumibilmente già emessa dalla Santa Sede, da Treviri a Tholey, nel territorio della Saar. È incomprensibile come una tradizione così venerabile […] possa essere abbandonata all’improvviso. […] La popolazione cattolica di Treviri ritiene – falsamente, in ogni caso – che il parroco di San Mattia, un prete secolare, sia il principale responsabile del trasferimento dell’abbazia. […] La ragione ufficiale che si fornisce per il trasferimento, è che un’abbazia semi-urbana come San Mattia mal si adatta all’ideale dei benedettini, e che bisogna trasferirla in un territorio puramente agricolo. Può darsi che tale opinione abbia giocato un qualche ruolo nel trasferimento. In realtà, stando a fonti attendibili, l’intero caso ha anche un retroscena politico”.

Da tempo – prosegue Süsterhenn – “il governo del Saarland e alcuni circoli francesi spingono per l’istituzione di una diocesi della Saar”. La Chiesa finora non li ha assecondati, ma il trasferimento dell’abbazia a Tholay equivarrebbe (se non “giuridicamente, senz’altro repräsentativ-faktisch”) a un riconoscimento implicito di quell’iniziativa. Tutto questo, oltre a indispettire la popolazione cattolica di Treviri, rischia di compromettere “una soluzione pacifica e accettabile, per la Germania, della questione della Saar”.
La lettera (disponibile il documento integrale in GATE a questo link) fu inoltrata a Leiber dal segretario generale dell’Unione tedesca dei superiori degli ordini: “R. P. Lauer è convinto che verosimilmente, date le circostanze, non ci sia nulla da fare”. In ogni caso, aggiungeva l’estensore nel biglietto – non sono riuscito a identificare la firma – l’agitazione del governo regionale è “comprensibile”.
La lettera di Süsterhenn (la minuta della risposta di Leiber, se risposta ci fu, non è conservata) si inserisce all’interno di un duplice contesto: da un lato i ‘grandi’ fatti della politica internazionale: la (lunga) questione della Saar, gli assetti della Guerra fredda, il ruolo della Chiesa nella contesa e mediazione fra potenze, ecc.; dall’altro la vicenda locale, apparentemente insignificante, dello spostamento dell’abbazia di San Mattia. Il punto di contatto che rese possibile l’interferenza – l’‘effetto domino’ – andrà ricercato nella delicatissima missione di Michael Schulien (già amministratore apostolico del Saarland nel 1923, riassegnato allo stesso incarico nel 1948) e nelle iniziative precedentemente intraprese da Roncalli (nunzio apostolico in Francia) e Montini (segretario di Stato). Il ministro degli interni Süsterhenn aveva visto nel trasferimento dell’abbazia – e già questa interpretazione ‘divinatoria’, da sola, dice qualcosa sul clima dell’epoca e sull’importanza strategica della Chiesa nella questione della Saar – il segno di un cambiamento di rotta da parte di Roma. Pio XII era diventato francofilo?
Alla fine l’abbazia fu trasferita a Tholay; il Saarland, sei anni più tardi, si aggiunse ai Länder della Repubblica Federale. Macrocosmo e microcosmo riprendevano ciascuno il proprio corso.
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