L’APUG conserva numerosi codici contenenti decine di migliaia di lettere grazie alle quali è possibile ricostruire la rete di relazioni dei gesuiti del Collegio Romano. Escludendo i carteggi riferibili a singoli personaggi come Athanasius Kircher o Christophorus Clavius, alcuni codici conservano invece miscellanee di lettere, raccolte insieme poiché riguardanti un medesimo argomento oppure semplicemente perché ascrivibili a un arco cronologico definito. In queste miscellanee epistolari è possibile trovare di tutto. Grande sorpresa c’è stata nello scoprire nel codice APUG 569 la presenza di diverse lettere autografe inedite di Aldo Manuzio il Giovane (1547-1597). Queste, indirizzate ad Antonio Maria Graziani (1537-1611), sono di notevole importanza per almeno tre motivi:
1) sono le ultime scritte da Aldo prima di morire;
2) sono le uniche note della corrispondenza tra Aldo e il Graziani;
3) ci informano in maniera chiara sull’intenzione di Aldo di chiedere l’ammissione agli ordini sacri, questione nota fino a oggi solo attraverso testimonianze non ‘ufficiali’.
In aggiunta a queste lettere ne sono state trovate altre due, sempre inedite. La prima è contenuta nel codice APUG 571 (cc. 159-160), autografa di Aldo, venne inviata il 24 maggio 1586 al cardinale Decio Azzolino (1549-1587) per ringraziarlo dell’ospitalità offertagli l’anno precedente: per omaggiarlo Aldo gli inviò anche una copia Vita di Cosimo de’ Medici, primo Granduca di Toscana, stampata poco tempo prima nella tipografia aldina. L’altra lettera è stata rintracciata nel codice APUG 532 (nr. 26), uno dei due contenenti la corrispondenza del maestro di retorica gesuita Francesco Benci (1542-1594). Si tratta di un’epistola indirizzata ad Aldo, purtroppo mutila della parte finale.
Se questi ritrovamenti hanno destato grande sorpresa, altrettanto stupore vi è stato nell’aprire il manoscritto segnato APUG 3164A, dove sono state scoperte 32 lettere della corrispondenza intercorsa tra Paolo Manuzio (1512-1574) e Marc-Antoine Muret (1526-1585). Di queste epistole due sono risultate inedite, mentre 30 furono stampate dallo stesso Manuzio quando era ancora in vita e, successivamente, da Pietro Lazzari (1710-789), gesuita e bibliotecario del Collegio Romano, che nel 1755 pubblicò numerosi testi inediti relativi al Muret, la cui biblioteca venne donata all’università gesuita poco tempo dopo la sua morte. La storia di queste lettere è particolarmente interessante poiché strettamente connessa alle travagliate vicende delle collezioni librarie del Collegio Romano. Giunte come accennato con il lascito di Muret – la cui biblioteca approdò al Romano nel 1601 – esse rimasero pressoché sconosciute fino a quando Pietro Lazzari non decise di raccogliere e dare alle stampe una serie di testi inediti rintracciati nei fondi manoscritti della Bibliotheca Maior: fra questi vi erano anche le nostre lettere. Circa un secolo dopo, in seguito all’Unità d’Italia e alla presa di Roma, una parte dei manoscritti del Collegio Romano venne ‘salvata’ dalle requisizioni dello Stato e trasferita dai gesuiti in una loro casa, probabilmente a Castel Gandolfo. Da qui circa 300 manoscritti passarono alla Biblioteca Vaticana tra il 1903 e il 1912: fra questi vi erano molti codici della Bibliotheca Mureti, compresa una grande parte dell’epistolario di Muret conservato oggi nel codice Vat. Lat. 11590. Le lettere trovate in APUG, che non sono rilegate in codice ma in fogli sciolti, probabilmente non furono consegnate alla Vaticana e tenute dai gesuiti. Esse tornarono finalmente in Gregoriana nel 1919 insieme al resto dei manoscritti dell’APUG.
Lorenzo Mancini (CNR-ILC Pisa)
Update: le lettere di Aldo e quelle di Paolo sono state oggetto di due contributi:
- Lorenzo Mancini, Un «increscioso ma non trascurabile argomento»: la fine del matrimonio di Aldo Manuzio il giovane e la sua mancata ammissione agli ordini sacri, Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari, XXIX (2015), pp. 27-43;
- Lorenzo Mancini, «Amabo te, mi Murete». Le lettere di Paolo Manuzio a Marc’Antoine Muret e il gesuita Pietro Lazzari. Con documenti inediti, Bibliothecae.it, IV (2015), n. 1, pp. 37-55.