Una lettera inedita di Juan de Polanco a Pedro de Ribadeneira all’interno del manoscritto F.C. 1929


La revisione del catalogo topografico del fondo Curia – uno dei due fondi principali costituenti l’Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana – ha portato alla luce documenti di estremo interesse per la storia della Compagnia di Gesù, in parte già presentati in altri post di questo blog.  In questo caso si tratta della copia di una lettera di Juan de Polanco destinata a Pedro de Ribadeneira, datata 9 luglio 1547 [1]. La relativa scheda dell’inventario topografico – nell’elencare le varie opere contenute nel codice F.C. 1929 – la descrive così:

…tra il P. Gio. Polanco al P. Pietro Ribadeneyra.

1 fasc. di ff. nn. (molto rovinato dall’umidità). 213×140 mm.

cart. sciolto – sec. XIX.

L’esame diretto del manoscritto ha condotto a ritenere erronea la datazione proposta nella scheda, che deve essere anticipata – vista la qualità della carta e dell’inchiostro – alla metà del XVII secolo. Le carte del fascicolo non sono numerate, fatto che lascia supporre che dall’epoca della redazione della scheda, avvenuta intorno agli anni ’50 del XX secolo, non vi sia stato nessun intervento di riordinamento del fascicolo da parte degli archivisti. Questo terminus post quem  è stato preso in considerazione poiché in una lettera del 23 gennaio 1955 inviata da Vincenzo Monachino, responsabile dell’archivio in Gregoriana, a Giuseppe Teschitel, archivista dell’ARSI, il catalogo topografico del Fondo Curia veniva considerato in via di completamento [2].

Tornando al fascicolo, esso ha una consistenza di 8 carte, di cui le ultime due risultano intonse. Lo stato di conservazione, come già indicato nella scheda del catalogo topografico, è tuttora pessimo, in particolare nella metà superiore del fascicolo dove una vistosa macchia di umidità rende talvolta illeggibile il testo. Il supporto cartaceo presenta inoltre piccole lacune e l’azione perforante degli inchiostri acidi è particolarmente evidente in alcuni punti.

La presenza di questo documento all’interno del codice F.C. 1929 non è spiegabile in alcun modo. Del resto una parte dei manoscritti che costituiscono il fondo Curia sono compositi e spesso sono stati assemblati senza alcun tipo di criterio tematico, cronologico o, in questo caso, di formato: all’interno dello stesso codice F.C. 1929 sono presenti testi del XVIII e XIX secolo, di argomento teologico, filosofico o altro, con un formato che varia in altezza dai 20 ai 30 centimetri.

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Venendo al contenuto della lettera, esso risulta di particolare importanza poiché si colloca tra le primissime testimonianze di ambito pedagogico prodotte da un membro della Compagnia di Gesù, in questo caso Polanco. Egli infatti con questo testo rispose a una richiesta del giovane Pedro de Ribadeneira, studente a Padova, il quale domandava consigli su quali autori studiare e su come affrontare gli studi dal punto di vista spirituale. Polanco approntò dunque una serie di prescrizioni, tra le quali un elenco di autori classici di cui approfondire lo studio, che vale la pena riportare per intero [3]

Quali siano gli migliori auctori la … ma a me mi pare si devria mettere più studio nella prossa come … Dimostene, Lu[cia]no, et altri simili, che negli versi et che fossino d’he … Se gli potisti dar qualche poco de Studio. … quanto agli studij latini, poiché havette sentito la Rhetorica ad Herennium è verisimile vi sarà aperta la via per legere et intendere da per voi (se in publico non si legessino) le opere de Cicerone come de oratore ad Quintum fratrem, et perficto oratore ad Brutum, et questo quanto agli precetti. Per la pratica di essi le orationi sue bisognarà (o udire (o da per sé legere, procurando intendere l’artificio suo oltra le parole, et sententie belle. Sanza questo studio havria charo vedesti qualche histo ria, per havere cognitione degli tempi vecchi, come de Livio, qual credo vi agiutarà et nella lingua de Cesare, et Sallustio, credo l’habbiate letti. Per haver più universal cognitione de la historia sanza aver tanto rispetto a la lingua, sarà buono l’epitome de Floro per l’historia Romana, et quelli de Iustino per veder varie altre historie de tutte le parti principali del mondo … et questi doi ultimi se potrebbero legere per spasso, etiam portandosi a la Scola al tempo … che gli puti non vi lasciano per strepito (come ditte) imparare cosa a mente. Per un poco d’introduttione nella cosmographia (quale serve a molte cose) pare che adesso vi bastaria Pomponio Mella con un poco de osservatione del mapamundo.

[F.C. 1929/10, cc. 1v-2v]

Questo elenco costituisce la testimonianza più antica di ambito gesuitico di prescrizioni di studio ragionate riguardanti singoli autori [4]. Sebbene il destinatario della lettera sia Ribadeneira, Polanco si raccomandò che le stesse prescrizioni venissero seguite anche da tutti gli altri studenti presenti in quel momento a Padova.

Tra gli elementi più interessanti che traspaiono dalla lettura del testo è da sottolineare la momentanea incapacità della Compagnia di formare i propri membri, specialmente i giovani, tanto che molto viene demandato alla volontà dello studente e allo studio privato. Questa lettera testimonia infine come al lungo e impegnativo percorso che portò all’approvazione definitiva della Ratio nel 1599, parteciparono non solo i superiori dell’ordine, ma anche gli stessi studenti. Furono le loro domande a favorire l’inizio di una riflessione complessiva e comparativa sui metodi di insegnamento in uso nell’Europa del tempo. Il risultato fu un ordine degli studi che ha rappresentato una pietra miliare nel percorso della scienza pedagogica occidentale.

NOTE

[1] Questo post è un breve sunto del mio saggio «Et questo mi pare quanto agli studij vostri»: una lettera inedita di Juan de Polanco a Pedro de Ribadeneira (1547) alle origini della pedagogia gesuita, uscito in Archivum Historicum Societatis Iesu, LXXXIV (2015), fasc. 168, p. 187-219.

[2] La lettera è conservata in APUG, Archvio PUG. Documenti, storia, notizie (faldone non ordinato).

[3] Criteri di trascrizione: dove sono state avanzate delle ricostruzioni il testo è stato racchiuso tra parentesi quadre; i puntini di sospensione non racchiusi tra parentesi quadre indicano gli spazi lasciati vuoti dal copista, ove probabilmente il testo dell’originale risultava illeggibile; sono state normalizzate le maiuscole e gli accenti secondo l’uso moderno e le abbreviazioni sono state sciolte segnalando in corsivo i caratteri interposti dall’editore.

[4] Le lettere cronologicamente precedenti (Mon. paed., I, pp. 355-373) non prescrivono in nessun caso autori da studiare, tutt’al più che si stanno studiando, come ad esempio in Mon. paed., I, pp. 358-359 (Polanco a Laínez, 18 maggio 1542).

Lorenzo Mancini

3 risposte a "Una lettera inedita di Juan de Polanco a Pedro de Ribadeneira all’interno del manoscritto F.C. 1929"

  1. Caro Padre,

    Grazie. Questa lettera è- molto interessante e mostra la modernità della prima S.I.

    Joblin

    Il giorno 22 febbraio 2016 10:13, Archives of Pontifical Gregorian

  2. Una testimonianza utile per inquadrare il canone degli “auctores” ritenuti da Polanco costitutivi per una cultura classica di base. Nell’elenco dei “consigli di lettura” trovo singolare la presenza di Luciano, autore interessante ma decentrato rispetto ai classici dell’oratoria greco-latina citati nella lettera. A pubblicazione avvenuta leggerò volentieri in extenso il contributo.

    1. Caro prof. Bartola,
      la ringrazio per il suo commento. La presenza di Luciano è in effetti quella più curiosa fra gli autori citati. Nell’articolo ho dedicato una parte all’analisi di queste prescrizioni, verificando se esse si ripresentino e in quale forma nei successivi documenti pedagogici della Compagnia. Luciano, ad esempio, sarà letto a Messina (1551) e in numerosi altri collegi fino ad essere inserito nelle prime redazioni della Ratio studiorum (nonostante la proibizione imposta dall’Index del 1559), per scomparire infine dall’ultima.
      Un cordiale saluto,
      Lorenzo Mancini

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