Uno degli obiettivi della piattaforma GATE, è offrire la possibilità di fare percorsi di ricerca stabilendo delle distinzioni semantiche a partire dalla documentazione d’archivio. Vale a dire, dare all’osservatore la possibilità di tracciare una distinzione accettando in modo consapevole l’imperativo: “Draw a distinction”1. A partire da questa distinzione fondamentale anche la ricerca dello storico ritaglierà uno spazio riducendo un carico informativo “infinito” a qualcosa di plausibile e di finito. Solo con una consistente posizione teorica è possibile confrontarsi con la complessa stratificazione con cui combatte lo storico. Soltanto con una teoria complessa potremmo confrontarci con la complessità. Una teoria serve non tanto a risolvere i problemi quanto a scoprirli e a pensarli. La teoria non si presenta come una spazio di “confort” ma di inquietudine. A questo proposito ricordava Michel de Certeau che la storia “è il luogo privilegiato nel quale lo sguardo si inquieta”2.

Il Lexicon della modernità si propone come uno strumento per affrontare alcuni problemi propri della metodologia storica. Normalmente la scrittura della storia opera con una terminologia procedente dalla storia stessa. Termini tali come: “uomo”, “dio”, “pace”, “guerra”, “amore”, “storia”, “libertà”, ecc. si riutilizzano in maniera acritica, vale dire, avulsi da una osservazione sul sistema sociale nel quale s’impiegavano. Il risultato di questo uso spesso è considerato come instauratore di una serie di ambiguità semantiche e di anacronismi. Queste ambiguità e anacronismi possono essere a loro volta indicatori di cambiamenti strutturali, questa osservazione sarà possibile se si mettono da parte le pretese di univocità e di eucronia in virtù delle quali questi fenomeni dovrebbero essere corretti.
La comune opinione dell’anacronismo in quanto “peccato storiografico imperdonabile”,3 potrebbe essere superata considerando l’essere contro il tempo (ἀναχρονισμός) in quanto prova indiziale di ciò che è abituale nell’operazione storiografica: una osservazione che si compie sempre nel presente. A partire da questa unità inosservabile si costituisce la distinzione passato/futuro.
La cosiddetta ambiguità semantica potrà essere considerata come sintomo correlato del cambiamento della struttura sociale e nel contempo come fattore di orientamento per le comunicazioni del sistema sociale. Precisamente nella semantica dei testi, nella semantica colta, si potrà seguire la autodescrizione della società e la costruzione del mondo. I concetti, così come ogni comunicazione, prendono il loro tempo vale a dire si ripetono nel suo significato sociale. Questo uso condensato e ripetuto costituisce la semantica.
Il Lexicon si propone di storicizzare la semantica, intesa anche come il deposito di significati pronti da essere utilizzati e attualizzati nella comunicazione. Indicare gli eventuali mutamenti della semantica potrebbe essere un modo per individuare le fase evolutive della struttura sociale.
In questo senso, il Lexicon potrebbe essere un aiuto per chi vuole storicizzare lo sguardo: non tanto raccontare ancora una volta ciò che è stato ma piuttosto come è stato descritto ciò che è stato. Questa osservazione di osservazioni è funzionale alla descrizione della intelaiatura cognitiva aiutando a descrivere la fonte documentale, ovvero sia la materia prima con cui lavora lo storico, non come semplice percezione di un io individuale ma come comunicazioni che si scambiano all’interno di un determinato sistema sociale, con una specifica retorica e con una semantica che è sempre a sua volta storica.
Le osservazioni che ci offrono i documenti, così come quelle derivanti dalla loro ricezione, sono osservazioni fatte a partire dalla società e dovrebbero essere quindi attribuite al sistema sociale e non all’individuo in quanto tale4. A partire da questo, le semantiche sono considerate non attribuite a un soggetto di azione ma alle azioni communicative del sistema sociale. I materiali documentari che offre GATE possono essere funzionali, inoltre che per altri scopi, alla realizzazione di una storia concettuale che descriva non solo gli eventi, intesi come azioni in forma di discorso, ma tenga in considerazione la struttura che ha reso possibile detti eventi.
Fino a questo momento, il Lexicon raccoglie le seguenti entrate: “Conflictus” (Javier Torres Nafarrate), “Curiositas” (Alberto Cevolini), “Dissidentia” (Marco Ornellas), “Historia” (Perla Chinchilla Pawling), “Infirmitas” (Giancarlo Corsi), “Novitas” (Martín M. Morales).

Note
1 George Spencer-Brown, Laws of Form, Portland, 1994, p.3: “A universe comes into being when a space is severed or taken apart… The act is itself already remembered, even if unconsciously, as our first attempt to distinguish different things in a world where, in the first place, the boundaries can be drawn anywhere we please. At this stage the universe cannot be distinguished from how we act upon it, and the world may seem like shifting sand beneath our feet.”
2 M. de Certeau, D. Julia, J. Revel, «La Beauté du mort», Politique-Aujourd’hui, 1970, p. 23.
3 Si veda per esempio, Carlo Ginzburg, Our Words, and Theirs, in Historical Knowledge, eds. Susanna Fellan y Marjatta Rahikainen, p. 98: “The former alternative […] leads nowhere: at times, the resilience of intrinsically ambiguous words conceals the change in their meanings; at others, similar meanings are concealed by a multiplicity of terms. We are left with the other alternative, which is risky: terms like ‘factory system’ for instance, may seem to be a substitute for analysis, hence promoting ‘anachronism: the most unpardonable of sins in a time-science”. La riflessione di Carlo Ginzburg a sua volta prende spunto da Marc Bloch, Apologie pour l’Histoire ou Métier d’Historien, Cahier des Annales, 3. Librairie Armand Colin, Paris, 2e édition, 1952, p. 96: “Mal choisi ou trop mécaniquement appliqué, le symbole (qui n’était là que pour aider à l’analyse) finit par dispenser d’analyser. Par là, il fomente l’anachronisme: entre tous les péchés, au regard d’une science du temps, le plus impardonnable.”. Per altri possibili usi dell’anacronismo si veda Nicole Loreaux, Éloge de l’anachronisme en histoire in Les voies traversières de Nicole Loraux. Une helléniste à la croisée des sciences sociales, Espace Temps, Année 2005, 87-88, pp. 127-139; Jacques Rancière, Le concept d’anachronisme et la vérité de l’historien, L’Inactuel n°6, Calmann-Lévy, 1996, p.53-68.
3 D’altronde lo stesso individuo si accoppia strutturalmente al sistema sociale come persona, nel senso etimologico originario del termine, come ruolo sociale. In questo senso potrebbero essere esemplificativi alcuni antichi proverbi arabi: “Gli uomini si assomigliano più ai loro tempi che ai loro genitori” e “Gli uomini sono racconti”. Freitag, G.W., Arabum proverbia, vocalibus instruxit latine vertit, commentario illustravit, Bonnae ad Rhenum, 1839, II, p. 798; 799.