“Cimiteriali escursioni” tra i Fondi di archeologia cristiana


Cominciamo dal titolo. Questo non evoca solo le esplorazioni nella Roma sotterranea di un discepolo che scende per mano al suo maestro, nei cimiteri romani ma anche la difficoltà di addentrarsi tra le carte polverose e ostiche degli archivi storici. Dovremmo prendere esempio da quegli uomini assetati di conoscenza che superavano il pericolo di “animali pericolosi” e la paura di “labirinti inestricabili” scendendo nelle viscere di catacombe fredde e buie. Perché in effetti l’archivio e i suoi documenti sono ostici e complessi e la ricerca implica tempo e dedizione.

 L’università nostra reputa suo grandissimo onore di aver per più anni allevati alle lettere ed alle scienze i due luminari più grandi dell’archeologia cristiana, Antonio Bosio  detto meritatamente il “Cristoforo Colombo della Roma Sotterranea”, e Giovanni Battista De Rossi, che, oltre insigni scoperte, elevò l’archeologia cristiana a grado di scienza, onde ne è riconosciuto come fondatore e principe. F. Grossi Gondi SJ, Giovanni Battista De Rossi alunno dell’Università Gregoriana nel primo centenario della sua nascita, (Gregorianum Vol. 4, N.1 – 1923).

Con queste parole si apre l’articolo realizzato da P. Felice Grossi Gondi nel 1923, in memoria del celebre alunno dell’Università Gregoriana Giovanni Battista De Rossi (1822-1894). A memoria del provvidenziale incontro con il suo maestro, il gesuita GIUSEPPE MARCHI SJ, la lapide posta nella cripta della Basilica di Santa Prassede nel 1842.

Scorrendo il testo si incontrano, uno dopo l’altro, maestri e discepoli che a partire dall’archeologo maltese Antonio Bosio (1575-1629) frequentarono le aule del Collegio Romano accomunati dalla passione per l’archeologia cristiana declinata nelle varie discipline. Di quei maestri l’Archivio storico conserva un gran numero di documenti (lezioni, bozze, articoli, materiali per conferenze, verbali etc.) a testimonianza del lavoro realizzato per la maggior parte “sul campo” dai padri gesuiti che si occuparono di archeologia, numismatica, epigrafia, storia dell’arte cristiana, metodologia storica. Di grande interesse sono inoltre le corrispondenze presenti nei fondi che documentando le relazioni tra discepoli e maestri del Collegio Romano e mondo circostante.

Questi fondi presentano più di una sfida, non solo intorno alle tematiche citate ma anche per le tipologie di materiali, spesso di grande formato, che vi si trovano: rilievi, disegni, fotografie, riproduzioni realizzate su carte acide o con la presenza di inchiostri problematici. Ancora una volta accanto alla necessità di una riordinazione del fondo diventa urgente un suo condizionamento per mantenere quei documenti in uno stato di conservazione tale da poter essere fruito.

Marchi Giuseppe
Ritratto del giovane Marchi tratto dal Dizionario biografico dei friulani

L’occasione per affacciarsi a questi fondi deriva, come spesso accade, da una richiesta esterna per l’avvio di un tirocinio sulla figura dell’archeologo gesuita Giuseppe Marchi (1795-1860). Il lavoro di inventariazione del Fondo verrà realizzato da Andrea Esposito, già studente della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa, che effettuerà un primo “scavo archivistico” per individuare le fonti utili a tracciare la storia delle origini del Museo cristiano lateranense. Questo progetto si inserisce nell’ambito delle ricerche portate avanti dal Dott. Umberto Utro curatore del Museo Pio Cristiano dei Musei Vaticani sull’origine del museo. Il Marchi, infatti, affiancato dal suo giovane allievo Giovanni Battista De Rossi si occupò dell’allestimento e della ricerca per la costituzione del Museo cristiano Lateranense in base all’incarico ricevuto da papa Pio XI nel 1854.


Oltre alla documentazione relativa all’attività di Giuseppe Marchi ricordiamo altri importanti fondi (1) personali:

Vanno inoltre citati alcuni nomi che ricorrono all’interno di tutti i fondi: Giuseppe SETTELE (1770-1841) archeologo ed astronomo; Raffaele GARRUCCI SJ (1812-1885) che redasse sei volumi di una Storia dell’arte cristiana nei primi otto secoli della Chiesa (1872-1881) comprensivi di numerose riproduzioni incise; Francesco TONGIORGI SJ (1820-1865) dotto latinista; Giuseppe BONAVENIA SJ (1844-1920) professore di Archeologia sacra presso la Pontificia Università Gregoriana per oltre vent’anni. Non vanno infine dimenticati i materiali relativi alle diverse accademie, commissioni o istituti afferenti all’archeologia cristiana e all’arte sacra dei quali questi illustri gesuiti erano parte attiva.

Elezione di P. Marchi SJ ad accademico della Etrusca Accademia (1841)

(1) Si ringrazia il Prof. Stefan Heid per aver realizzato un primo inventario di questi fondi.

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