Dalla Collectio Le Bachelet alla raccolta Epistolae Bellarmini Cardinalis: un progetto mai realizzato – Maria Carmela De Marino


(English)
Con la denominazione Epistolae Bellarmini Cardinalis si intende la raccolta, inedita, delle lettere indirizzate al cardinale Roberto Bellarmino o da lui inviate tra il 1599, anno di inizio del cardinalato, e il 1621, che si conserva presso l’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana[1] (d’ora innanzi APUG). La raccolta, in forma dattiloscritta, è suddivisa in nove volumi disposti in ordine cronologico: nei primi otto è confluita la cosiddetta Collectio Le Bachelet, che costituisce la parte principale dell’opera, nell’ultimo invece il lavoro di Sebastiaan Peter Cornelis Tromp S.J. (1889-1975).
La Collectio Le Bachelet, nel suo nucleo originario, comprendeva le trascrizioni manoscritte delle lettere bellarminiane che, a cavallo tra XIX e XX secolo, François Xavier Le Bachelet S.J. (1855-1925), teologo francese e autore di diverse opere sul Bellarmino, aveva raccolto in anni di intensa ricerca presso archivi e biblioteche di tutto il mondo, curandone l’edizione critica in vista della pubblicazione. Questo lavoro, nelle prime intenzioni del gesuita, sarebbe dovuto confluire nel più ampio progetto di un Actuarium Bellarminianum o Supplément aux Œuvres de Bellarmin [2], di una pubblicazione cioè sul Bellarmino che avrebbe riunito, oltre alla corrispondenza, opuscoli di varia natura; una serie di cause indipendenti dalla sua volontà – eppur favorevoli, come egli stesso le definisce [3] -, ne avevano impedito l’attuazione, per cui era stato costretto a separare le pubblicazioni per tipologia di scritti, con prefazione in francese.
L’APUG conserva la Collectio nello stato originario in cui, nell’allora sede di palazzo Gabrielli-Borromeo (Roma), vi pervenne a pochi anni di distanza dalla morte del P. Le Bachelet, con il resto della sua eredità [4]. Le cinque cassette lignee (16×25,5×37,5 cm), all’interno delle quali la documentazione ancora oggi si presenta condizionata in trentadue coperte di cartoncino suddivise per anno [5], furono completamente ignorate fino al 1932, anno in cui Arnaldo Parenti S.J. (1899-1944), allora archivista, chiese al padre Tromp, anch’egli teologo e studioso del Bellarmino, di revisionarne il contenuto.
Per prima cosa il Tromp decise di far dattiloscrivere le trascrizioni manoscritte conservate nelle casse, incaricando di ciò il fratello van den Hoeven SJ [6]. Siccome Le Bachelet, al contrario di quanto era stato supposto all’inizio, non aveva raccolto pochi documenti, le lettere dattiloscritte da van den Hoeven furono rilegate in otto volumi, mentre quelle reperite dal Tromp, tra il 1939 e il 1972, con la collaborazione di altri gesuiti [7] , quali Miquel Battlori, Joseph Grisar, Vincenzo Monachino e Gustavo Galeota, furono inserite in un volume a sé stante, denominato Supplementum, che venne posto a chiusura dell’opera. In esso confluirono ben 201 lettere [8], a completamento degli otto volumi precedenti.
La Collectio Le Bachelet-Tromp, sebbene fosse stata del tutto ultimata, non venne pubblicata. Ad oggi, la causa resta ancora sconosciuta. L’ultima notizia in nostro possesso risale al gennaio 1972 [9], anno in cui il padre Galeota informò Tromp di alcune lettere tra Cesare Baronio e Bellarmino, che avrebbe potuto reperire in una pubblicazione di A. Bragonetti de Torres del 1929 [10]. Nemmeno tra le carte del fondo Tromp-Le Bachelet [11], di cui la Collectio è una sottopartizione, è emerso alcun tipo d’ informazione in proposito.
Struttura dell’opera.
L’opera, intitolata Epistolae S. Roberti Bellarmini inde ab initio Cardinalatus S.R. Ecclesiae collegit N.M. Le Bachelet S.J. complevit Seb. Tromp S.J., contiene circa 2674 lettere datate tra il marzo 1599 e l’ottobre 1621 [12].
Nel complesso, si è mantenuta la struttura che Le Bachelet aveva dato alle sue trascrizioni: ogni lettera identificata da un numero progressivo e dalle date topica e cronica, cui seguono l’indicazione del mittente e del destinatario; la parte centrale è costituita dalla semplice trascrizione del contenuto della lettera, senza alcuna traccia di edizione critica; infine, nella parte sottostante al testo è riportato il riferimento alla fonte archivistica o bibliografica, oltre ad informazioni di carattere specifico, quali la forma del documento (originale, copia) oppure la presenza di annotazioni. 
La numerazione delle lettere, come pure delle pagine, è continua da un volume all’altro. Si rileva la presenza di alcune lettere manoscritte tra quelle dattiloscritte, segno che qualcuna di esse è stata inserita in un momento successivo. Le copie dattiloscritte sono prive di qualsiasi apparato critico a differenza delle trascrizioni del P. Le Bachelet.
Per quanto riguarda l’aspetto esteriore, i volumi presentano una rilegatura moderna: piatti in rosso con dorso in pergamena, sul quale è riportato il titolo della raccolta, il riferimento al volume espresso in numeri romani e gli estremi cronologici:
vol. I 3 mar. 1599-21 dic. 1602 (1-311)
vol. II 3 gen. 1603-23 feb. 1606 (312-546)
vol. III 24 feb. 1606-27 dic. 1608 (547-824)
vol. IV 3 gen. 1609-30 dic. 1611 (825-1135)
vol. V 2 gen. 1612-1614 dic. 29 (1136 [13] -1516)
vol. VI 2 gen. 1615-1617 dic. 26 (1517-1961)
vol. VII 1 gen. 1618-1619 dic. 29 (1962-2178)
vol. VIII 2 gen. 1620-1621 gen. 17 (2179-2471+2472-2476 [14])
Supplementum:
vol. IX 1599 mar.-1621 ott. 18 (2477-2674)
Ciascun volume è corredato da indice cronologico delle lettere, con indicazione del mittente e del destinatario, seguita dal numero che identifica il singolo documento. Nel vol. I è riportato anche un elenco di fonti, col solo riferimento al luogo (Roma, Siena, Montepulciano, Forlì, Firenze, L’Aquila e Livorno); nel vol. VIII si trovano due appendici, la prima dal titolo Appendix ad Collectionem Petris Le Bachelet S.J. – I Arch. Dom. Gen. Carm. Disc. – Roma, Corso d’Italia, 38, la seconda Appendix II Ex Arch. Episcopali in Montepulciano; infine, nel vol. IX si trova una Prefatio all’opera, nella quale il Tromp ne ripercorre la genesi dalla morte di Le Bachelet (1925) fino al 1972.
Note
1) APUG, Gesuiti moderni, S. Tromp (1889-1975). Sul fondo non è stato effettuato un intervento di inventariazione, per cui non è possibile indicare la consistenza e la segnatura archivistica delle singole unità documentarie.
2) X.M. LE BACHELET, Bellarmin avant son cardinalat 1542-1598, G. Beauchesne, Parigi 1911, p. VII.
3) ID., Auctarium Bellarminianum, G. Beauchesne, Parigi 1913, p. I.
4) Fu inviata a Roma, presumibilmente intorno al 1928-1929, dal superiore della residenza di Poitiers dove Le Bachelet era vissuto e morto.
5) Su ogni camicia, Le Bachelet aveva annotato in francese i pezzi contenuti. Il condizionamento attuale, risalente presumibilmente al periodo in cui Vincenzo Monachino S.J. è stato direttore dell’APUG (1955-1993), è stato eseguito mantenendo la suddivisione originale. Le camicie riportano il titolo della raccolta, seguito dall’anno e dall’annotazione «Collegit N.M. Le Bachelet S.J.».
6 ) APUG, Direttori, A. Parenti (1930-1944), fasc. IV.2.
7) Oltre ai gesuiti, Tromp si avvalse della collaborazione di altri ecclesiastici. La maggior parte delle lettere è stata reperita negli archivi di Capua, dell’ARSI, dell’Archivio Segreto Vaticano, della Congregazione del Concilio e della Casa generalizia carmelitana.
8) La lettera 2491 è stata inserita successivamente alla rilegatura del volume. Il testo è stato inserito in una busta da lettera, incollata sulla controguardia posteriore.
9) APUG, Gesuiti moderni, S. Tromp, Epistolae Bellarmini Cardinalis, IX, Prefatio.
10) A. Bragonetti de Torres (a cura di), Lettere inedite dei cardinali De Richelieu, De Joyeuse, Bentivoglio, Baronio, Bellarmino, Maurizio di Savoia ed altri e due lettere autografe di Torquato Tasso dirette ai cardinali Ludovico e Cosimo De Torres, L’Aquila, Vecchioni 1929.
11) In esso, oltre a diverse copie dattiloscritte della Collectio, si conservano studi e ricerche sul Bellarmino fatti da Le Bachelet e riutilizzati da Tromp per i propri studi.
12) Le lettere sono ordinate cronologicamente; quelle con data incerta o desunta sono state inserite alla fine dell’anno presunto dagli autori.
13) A partire da questo numero, le lettere sono erroneamente numerate, perché 1136 diventa 2036. La numerazione tuttavia è stata corretta a matita fino all’ultimo volume.
14) Nella parte finale, in un momento successivo alla rilegatura, sono state trascritte altre cinque lettere datate 25 feb. 1607-[1621].

(English version)
The Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana contains the unpublished collection Epistolae Bellarmini Cardinalis, which is composed of about 2674 letters either sent to Cardinal Robert Bellarmine, or written by him, between March 1599 (when he was appointed as Cardinal) and October 1621. The letters in the collections are typewritten, and were collected by François Xavier Le Bachelet S.J. (1855-1925) and Sebastiaan Peter Cornelis Tromp S.J. (1889-1975). They are divided into nine volumes in chronological order: the first eight volumes contain the so-called Collectio Le Bachelet, while the last volume was added later by Tromp.
The Collectio Le Bachelet originally included the manuscript transcriptions of Bellarmine’s letter, which Le Bachelet, a French theologian who authored several works on Bellarmine, completed between the nineteenth and the twentieth centuries. Le Bachelet had collected the letters and provided a critical apparatus in preparation for publication, but his death cut his project short. Thus this work, together with the rest of his possessions, was bequeathed to the Casa di Poiteirs in Rome. Father Tromp, who was also a scholar of Bellarmine, continued Le Bachelet’s project. First, he entrusted his confrere Father van den Hoeven S.J. to typewrite Le Bachelet’s manuscript transcriptions. At the same time, between 1939 and 1972 Father Tromp collected new letters with the assistance of numerous other Jesuits, including Michel Battlori, Jospeh Grisar, Vincenzo Monachino, and Gustavo Galeota. The letters collected by Le Bachelet were organized in eight volumes, while the ones collected by Tromp were gathered into a separate volume, entitled Supplementum, which was added to the rest of the work.
As a whole, the nine volumes maintain the structure that Le Bachelet had given to his own transcriptions: every letter is numbered, and at the beginning of each letter we can find the date and place of composition, followed by the sender and addressee. There follows Le Bachelet’s transcription of the letter without any critical apparatus (which nevertheless Le Bachelet had added to his own manuscript transcriptions). At the end of the letter we can also find the reference to the archive or library where the original letter can be found, as well as other information on the nature of the original document and the presence of annotations on it. As for their external format, the nine volumes are bound in a modern fashion: they have a red hardcover and a parchment spine, on which the title of the collections, the number of the volume (in Roman numerals), and the chronological span of the letters therein contained appear in golden characters. Each volume is accompanied by a chronological index of the letters with the names of sender and addressee, followed by the number which identifies the individual letter. In the first volume we can also find an index of the sources containing only their geographical location (Roma, Siena, Montepulciano, Forli, Firenze, L’Aquila, and Livorno). The eighth volume contains two appendixes: the first is entitled Appendix ad Collectionem Patris Le Bachelet S.J. – I Arch. Dom. Gen. Carm. Disc. – Roma, Corso d’Italia, 38, l; the second is entitled Appendix II Ex Arch. Episcopali in Montepulciano. The ninth volume contains a preface of the work written by Tromp, which gives an account of its progression from Le Bachelet’s death (1925) until 1972.
For reasons unknown, despite the fact that the work was virtually completed by Tromp, the nine volumes have remained unpublished and until today largely forgotten. The Archive aims at rescuing this collection from utter oblivion: it represents the result of years of labor and of intense research in archives and libraries throughout the world which Le Bachelet first, and Tromp later, have carried on with absolute devotion to their predecessor.
Maria Carmela De Marino
(trad. Stefania Tutino)

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